Tullio Bugari, nostro caro amico con cui condividiamo la passione per il viaggio in bicicletta -non solo per tenere attivi i muscoli!-, ha scritto giorni fa un bellissimo ed emozionante resoconto sul viaggio a tappe lungo la Linea Gotica, dal 25 Aprile al 1 Maggio.
E lo trovate qui.
Un viaggio che lui ha definito penetrante, quasi come camminare in bilico su un filo che collega tante destinazioni, ognuno con la sua storia profonda, che ogni pietra, ogni albero di quel luogo conserva gelosamente.
In bilico perché, lui scrive, è stato difficile pedalare con un disagio insinuante, che non viene da lontano, anzi sta forse proprio nella difficoltà di decifrare un presente troppo spesso oscurato e immobilizzato dalla e nella grandezza delle Memorie del Passato.
Proprio oggi ci è capitato di leggere una vignetta sul sito di una delle tante A.N.P.I. d’Italia, che recitava:
– Nonno, come finisce allora la storia della Resistenza?
– Continua, continua…
Ecco. La Resistenza non è racchiusa solo nel periodo 1943-’45, non solo sui monti o nei luoghi degli eccidi dei partigiani; ma anche sui monti di oggi, devastati da scempi all’ambiente, nel coraggio di chi dice no a lavori massacranti e malpagati, di chi non si piega alle raccomandazioni e non si vende alla politica, di chi urla in piazza che la riforma della scuola proposta va rivista, di chi decide di comprare dal contadino e non al supermercato, di chi scappa dalla guerra, di chi si ribella agli assolutismi, di chi non ha paura dello straniero, di chi resiste alla mancanza di lavoro, di chi sceglie di non piegarsi alle multinazionali, di chi lotta quotidianamente perché il cibo e la terra siano strumento di democrazia.
Consideriamoci allora tutti partigiani nel momento in cui abbiamo il coraggio di fare una scelta. Perché così fecero loro.
Oggi ci porgono la staffetta e ci chiedono di continuare a lottare.
Nel nostro viaggio #2RR ne abbiamo incontrati tanti.
Lo stesso confine, quello della Linea Gotica, di quello rappresentato ormai da tempo dal Mar Mediterraneo. Un tempo, come scriveva Braudel, centro dell’Europa e del mondo, via di passaggio di persone, merci, di culture; oggi confine che divide, cimitero di migranti.