#2RR l’ha sempre detto e lo ripetiamo: la logica dei grandi eventi è sbagliata, la misura delle cose è nella quotidianità degli atti, nel ritorno a casa di Ulisse. Detto ciò, con il festival Alta Felicità il glorioso movimento No Tav ha scommesso su se stesso e sulla sua Valle; ha giocato la carta dei grandi nomi, degli amici importanti, del riscontro mediatico, del megafestival da grandi numeri…
E ha stravinto. Sbancato.
Perché l’ha fatto a modo suo.
La strada statale per la Novalesa era chiusa al traffico, ma stavolta non erano posti di blocco :-p Una delle tante scelte vincenti del movimento, di Venaus e del festival: niente auto private, semmai navette da e per Susa finché servono (vale a dire fino alle 3 di notte…).
Care amministrazioni delle grandi città inchinate al Dio Motore: è possibile traghettare decine di migliaia di persone in un paesino di 937 abitanti senza auto private, senza ritardi e senza danni! È possibile arrivare serenamente in bicicletta godendosi un paesaggio memorabile! È possibile “bere responsabilmente” e fare portare bicchieri e posate da casa in modo da ridurre l’immondizia. Niente incidenti! Anche perché le divise si sono saggiamente tenute lontane, salvo la barricata “per onor di firma” presso il Mostro (avevano anche la divisa “buona”, che gentili!)
#altafelicita il movimento"racconta 25 anni di giusta-dovuta resistenza alla distruzione di stato notav @notav_info pic.twitter.com/XMuBHg1UiV
— diego fulcheri (@crederci) July 24, 2016
Nei tre giorni e tre notti si sono susseguiti una marea di momenti eclatanti, impossibili da processare a caldo, ma di cui subito si deve rilevare la varietà: dai concerti, ai reading, alle gite e passeggiate. Tante cose che si possono normalmente trovare nelle iniziative del movimento, già. Tipo Una montagna di libri contro il Tav o Critical Wine. Ma che ora sono state viste da migliaia e migliaia di persone in più. Che perlopiù non avevano mai messo piede in Valle. Mai passeggiato fino al ponte sul Clarea.
In questo modo si è salvaguardata l’ordinaria straordinarietà della vita nella Valle. E di questo ogni outlet media ha dovuto tener conto, al netto di qualche penoso tentativo di ammuina che non merita neanche un link.
Impossibile per noi purtroppo assistere a tutti i concerti della tre giorni, ma guardate le facce dietro al grande evento:
Gli unsung heroes (che infatti provvediamo a cantare!), quelli che hanno fatto la differenza e scandito il passo sono stati loro: chi ha allestito e montato le strutture del palco e del campeggio, chi ha cucinato incessantemente, chi ha fatto giocare i bambini e riparato le docce, chi ha sorvegliato gli ingressi sulla statale chiusa al traffico e chi ha guidato le navette, saputo gestire l’ordinario e l’imponderabile (esempio lampante: chi è corso a Tortona a prendere Wu Ming 1 rimasto in panne nel giorno, per giunta, di un curioso sciopero Trenitalia: e il cantastorie ferrarese ha ricompensato il tendone gremito con una lettura mozzafiato del suo imminente libro, sentite l’ottimo resoconto di Simone Bauducco).
“Meglio di Parco Lambro, sembrava addirittura Zerbo, ma con tutt’altra organizzazione, consapevolezza, radicamento nel territorio” parola di Eugenio Finardi, che a Parco Lambro c’era! Mentre le città agonizzano sempre più, strette in un modello culturale succube del dogma liberista, Venaus ha saputo offrire una proposta culturale degna dei festival più blasonati ponendo bene in chiaro chi fossero i padroni di casa.
Ha perfettamente capito il contesto, per esempio, l’impagabile Vinicio Capossela, che ha offerto una scaletta volutamente di alto profilo culturale (secondo alcuni “noiosa” :-p), spiegando genesi e contesto di ogni canto di lavoro e sfruttamento. Se saltano fuori video li condividiamo subito.
E che dire del dinamico duo Gianluca Petrella–DJ Gruff, tra jazz e sample in piena prima serata?
Elio Germano è stato un maestro di cerimonie impagabile, dotato di scilinguagnolo e moto perpetuo, e con le sue Bestierare ha trascinato anche Assalti Frontali in uno show dove era impossibile restare fermi (alle 2 passate!).
Come già il 16 novembre 2005 a Susa, gli Statuto c’erano. I Subsonica c’erano. Bello sentire proprio da loro il più commosso appello a non dimenticare chi non poteva esserci perché preso dalla mannaia della lisergica Procura torinese.
2 #notav in questi giorni non erano con noi a Venaus, Luca e Giuli, chiusi alle Vallette, per scrivergli: pic.twitter.com/PFsYxPrZ88
— Spinta Dal Bass (@SpintaDalBass) July 25, 2016
#2RR ha contribuito prestando le sue libere ance agli amici venuti da lontano!
La valle non si arresta! Fieri di aver sostenuto il festival @AltaFelicita #notav pic.twitter.com/2TaUIoLOcS
— Casa Del Vento (@CasaDelVento) July 22, 2016
In tre giorni che volete di più? Chiedeteci se siamo felici.
EDIT: nuova foto in evidenza by Luca Perino (seguiranno link alle gallerie dei Tre Grandi